Risk Assessment e Continuità Operativa: un’unica strategia
Cyber-attacchi, interruzioni della supply chain e eventi climatici estremi minacciano non solo i sistemi IT, ma la stessa capacità operativa delle organizzazioni. Il rischio informatico non è più confinato: è parte integrante del rischio di business.
Tuttavia, molte realtà continuano a gestire Risk Assessment e Business Continuity in silos distinti: team diversi, strumenti separati, scarsa coesione nei piani di ripristino. Il risultato è una gestione frammentata che compromette resilienza e coerenza operativa.
Per CISO, IT Manager e responsabili di compliance, è tempo di adottare una strategia integrata in cui valutazione del rischio e continuità operativa dialogano, riducendo duplicazioni e rafforzando la prontezza complessiva.
Il BCM e il suo ruolo nel Risk Assessment
Il Business Continuity Management (BCM) comprende le attività volte a garantire la continuità delle funzioni critiche durante e dopo eventi avversi. Si articola in:
- Business Impact Analysis (BIA)
- Risk Assessment
- Business Continuity Plan (BCP) e Disaster Recovery Plan (DRP)
Standard come ISO 22301, NIST SP 800‑34, NIS2 e DORA richiedono esplicitamente l’allineamento tra analisi del rischio e proxy operativi come RTO e RPO.
Approccio integrato in 5 fasi operative
Preparazione
- Costituire un team trasversale (IT, Risk, Legal, Operations, Compliance)
- Definire obiettivi strategici e contesto di rischio
- Allinearsi ai requisiti normativi (NIS2 Art 21, ISO 27001 A.17, ISO 22301)
Business Impact Analysis (BIA)
- Mappare processi critici (es. produzione, CRM, assistenza)
- Quantificare impatti economici (€/h o €/giorno), legali e reputazionali
- Individuare dipendenze (IT, risorse umane, vendor)
Il BIA diventa la base per associare ogni processo a scenari di rischio specifici e priorizzare gli interventi.
Risk Assessment cross-funzionale
- Eseguire RA non solo su asset IT, ma sull’intero processo aziendale
- Includere input di finance, HR, logistica e governance
- Usare matrici rischio/impatto integrate e mission-based threat modeling
Piani BCP e DR proporzionati al rischio
- Definire RTO/RPO in relazione ai danni stimati (es. BIA: €200.000/giorno → RTO ≤ 12h)
- Sviluppare run-book sincronizzati con i risultati RA
- Eseguire test periodici di disaster recovery e tabletop per validare procedure
Collegamento con Cyber Insurance
Un RA integrato al BCP è anche fondamentale per:
– Ottenere una copertura assicurativa cyber
– Dimostrare la due diligence pre-evento
– Giustificare il livello di premium richiesto
Molte assicurazioni oggi richiedono prove di:
– BIA aggiornata
– RA quantitativo (Expected Loss stimato)
– Piani DR testati
Un’organizzazione che dimostra una strategia RA+BCP integrata può ridurre il costo della polizza cyber anche del 15–30%.
Monitoraggio e miglioramento continuo
- Aggiornare BIA e RA su base annuale o dopo eventi critici o audit
- Integrare metriche di resilience nella reporting al board (es. KPI & KRI)
- Realizzare audit documentati secondo ISO 27001 (A.17, A.30) e ISO 22301
Perché integrare Risk Assessment e Continuità Operativa è una richiesta del board (e degli auditor)
Il consiglio di amministrazione (board) e gli auditor chiedono evidenza non solo della presenza di controlli, ma della loro efficacia. I framework GRC (Governance, Risk & Compliance) richiedono che:
- Il Risk Assessment includa RTO e RPO coerenti
- La BIA sia collegata ai principali scenari di rischio cyber
- La reportistica al board contenga KPI e KRI di continuità
Esempio: un RTO di 4 ore per l’infrastruttura cloud ERP deve essere giustificato da un impatto BIA ≥ €100.000/h e da un rischio residuo elevato nel RA.
KPI e KRI nella strategia RA + BCP
Integrare indicatori nel ciclo RA+BCP aiuta a:
- Monitorare lo stato della resilienza operativa
- Attivare escalation in caso di superamento soglie
- Automatizzare le decisioni nei comitati di crisi
Esempi utili:
- KRI: % backup non testati negli ultimi 30 giorni
- KRI: n° processi BIA senza owner aggiornato
- KPI: % RTO rispettati nei test DR
- KPI: tempo medio di attivazione runbook per scenario ransomware
Come comunicare il Risk Assessment e BCP al consiglio di amministrazione
Per convincere il board, servono output sintetici e visuali. Ecco gli elementi da includere:
- Executive summary (1 slide): rischi principali + impatti stimati
- Heatmap RA: rischio × impatto con priorità visive
- Tabella BIA: processi + € impatto + RTO
- Matrice RTO vs RA: per giustificare i recovery target
- Stato test DR/BCP: % completamento + esiti
- KPI/KRI sintetici: esempio → 82% piani aggiornati, 3 KRI oltre soglia
Continuous Risk Assessment e Resilience Engineering
La resilienza operativa oggi non si basa solo su piani statici, ma su:
- Continuous Risk Assessment (CRA): rivalutazione automatica dei rischi su base settimanale/mensile
- Adaptive BCP: piani di risposta che si adattano alla topologia dei sistemi e alle minacce emergenti
- Engineering della resilienza: segmentazione, redundancy, runbook auto-attivanti
Esempio: un’azienda retail implementa una funzione Lambda che, in caso di ransomware, attiva il DR su region alternativa e blocca automaticamente account compromessi.
Esempi settoriali concreti
Finanza
In banche, il BIA valuta impatti di interruzioni su sistemi core (es. pagamenti, trading), con RTO rigorosi (<1 ora) e DRP che prevede replica geo e failover automatico. Il RA include scenari come ransomware sui core legacy, compliance DORA e NIS2 garantite.
Sanità
In un ospedale, la BIA considera l’interruzione di cartelle cliniche e dispositivi medici. Il Risk Assessment contempla attacchi ransomware, errori operativi e blackout elettrico. Il BCP integra backup privacy by design e DR fisico su sede secondaria.
Manifattura
Per un impianto OT, la BIA individua l’impatto di downtime su macchine PLC. Il RA valuta attacchi OT/IT e interruzione supply chain. Il BCP prevede segmentazione IT/OT, recovery su ambiente containerizzato e sensori di resilienza continua.
Mini checklist operativa
- Team multidisciplinare costituito
- BIA completa su processi critici
- RA applicato ai processi, non solo all’IT
- RTO/RPO definiti in base a impatto
- Run-book sincronizzati con RA
- Test DRP condotti periodicamente
- Evidenze documentate per audit: ISO 27001, ISO 22301, NIS2, DORA
Normative e Framework aggiornati
- ISO/IEC 27001:2022 Annex A.17 → sicurezza e resilienza delle informazioni
- ISO 22301:2019 → requisiti BCMS per continuità operativa
- NIST SP 800-34 Rev.1 → linee guida per la continuità ICT
- NIS2 Art. 21, 23 → richiede piani di backup, DR e crisis management
- DORA Art. 10‑11 → resilience testing per le banche
- ISO 31000 → integrazione RA in governance di BCM
❓ FAQ
- Perché integrare Risk Assessment e Business Continuity?
- Per garantire coerenza tra scenari di rischio e piani di recovery, ridurre silos operativi e dimostrare compliance strutturata.
- ISO 27001 richiede il BCP?
- Sì: Annex A control 5.30 richiede ICT readiness per continuità operativa in conformità alla ISO 27001:2022
- Quanto spesso testare il piano di continuità?
- Almeno una volta l’anno, con test pratici e simulazioni tabletop conformi a NIST SP 800‑34.
Glossario tecnico
- (BIA) Business Impact Analysis: analisi impatti processi critici
- Risk Assessment: valutazione organizzata di minacce e vulnerabilità
- (RTO) Recovery Time Objective: tempo massimo per il ripristino
- (RPO) Recovery Point Objective: ultimo punto temporale di backup
- BCP / DRP: Business Continuity / Disaster Recovery Plan
- BCMS: Business Continuity Management System (ISO 22301)
- Risk Appetite: livello strategico di rischio tollerato
- Risk Register: documento centralizzato per la gestione dei rischi
- Risk Residuo: rischio rimanente dopo l’attuazione delle contromisure
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