Risk Appetite e Risk Tolerance: guida strategica alla definizione aziendale
In un contesto caratterizzato da attacchi alla supply chain, normative sempre più rigide (NIS2, DORA, AI Act) e pressioni crescenti da parte del board, molte aziende si confrontano con una domanda fondamentale: fino a che punto possiamo accettare il rischio?
Definire chiaramente il Risk Appetite (propensione al rischio) e la Risk Tolerance (soglia operativa del rischio) è oggi indispensabile per:
- Allocare risorse in modo efficace
- Giustificare decisioni strategiche con dati
- Dimostrare trasparenza e accountability nei confronti di auditor e stakeholder
Cos’è il Risk Appetite e come si differenzia dalla Risk Tolerance
- Risk Appetite: livello strategico di rischio che l’organizzazione è disposta ad assumere per raggiungere i propri obiettivi.
→ Livello di applicazione: board-level (strategico) - Risk Tolerance: livello massimo di rischio accettabile in un singolo processo operativo o funzione.
→ Livello di applicazione: operativo (process-level)
Esempio pratico: una banca può accettare un Risk Appetite “moderato” nell’adozione dell’IA, ma avere Risk Tolerance “molto bassa” per l’esposizione a dati personali sotto GDPR.
Perché definire Risk Appetite e Tolerance è cruciale
- Compliance normativa: ISO/IEC 27001:2022, NIS2 e DORA richiedono evidenza della proporzionalità delle misure rispetto ai rischi identificati.
- Consenso board: il management chiede decisioni guidate da una strategia di rischio, non solo da check-list tecniche.
- Supporto al budget: è la base per argomentare investimenti e trade-off tra rischio residuo e costi di sicurezza.
- KPI avanzati: questa base permette di calcolare metriche come Residual Risk Percentage, Control Effectiveness e Cyber Risk Exposure Ratio.
Roadmap operativa per definire Risk Appetite in azienda (5 fasi)
Definire il Risk Appetite non è un’attività teorica o da demandare solo al CISO: richiede un processo strutturato, multidisciplinare e supportato da evidenze. Per implementarlo efficacemente:
Fase 1 – Costruzione del team di lavoro
- Coinvolgi Risk Manager, CISO, CIO, Compliance Officer, DPO, CFO
- Includi sponsor del board o del comitato di rischio
- Definisci chi approva, chi scrive e chi misura
Fase 2 – Mappatura delle categorie di rischio
- Crea una risk taxonomy allineata agli obiettivi di business
- Esempi: rischio operativo, reputazionale, IT, legale, terze parti
- Per ciascuna categoria, mappa i principali eventi di rischio
Fase 3 – Raccolta di dati storici e stime quantitative
- Usa dati da incidenti interni, breach report, threat intelligence
- Integra con valutazioni FAIR o Expected Annual Loss
- Coinvolgi il team finance per la parte economica
Fase 4 – Definizione delle soglie
- Per ciascuna categoria, definisci:
- Livello accettabile (appetito)
- Livello tollerato (tolleranza)
- Livello massimo (intollerabile)
- Utilizza intervalli economici o KRI percentuali
Fase 5 – Formalizzazione del Risk Appetite Statement
- Redigi un documento approvato dal board
- Collega le soglie ai processi di sicurezza, IT, business continuity
- Pubblica la policy interna e definisci i momenti di revisione: rivedi le soglie almeno una volta l’anno o dopo eventi critici/compliance: audit, incidenti, aggiornamenti normativi come NIS2/DORA.
Esempio sintetico di Risk Appetite Statement
“Accettiamo un livello moderato di rischio operativo legato all’adozione di strumenti AI, ma la perdita o esposizione di dati regolati è intollerabile. La massima esposizione annua tollerata è di €1,200,000.”
Questo documento deve essere approvato dal board e divulgato a tutte le funzioni aziendali.
Risk Appetite post-breach: cosa rivedere dopo un incidente
Uno degli errori più comuni nella gestione del Risk Appetite è considerarlo “immutabile”. In realtà, dopo eventi significativi come data breach, violazioni di policy o audit non conformi, è fondamentale rivedere le soglie di rischio.
Ecco cosa fare post-incidente:
- Riesaminare le metriche di Risk Tolerance compromesse (es. RTO superati)
- Analizzare le cause radice del breach e ridefinire i limiti per scenari simili
- Coinvolgere il board per ridefinire il Risk Appetite Statement alla luce dell’incidente
Questa attività è essenziale anche per rispondere a richieste regolatorie come la NIS2 (Articolo 21) o il Digital Operational Resilience Act (DORA), che richiedono evidenza di gestione del rischio dinamica e proporzionata.
Integrare Risk Appetite con la quantificazione del cyber risk (CRQ)
Per essere operativi, Appetito e Tolleranza devono confrontarsi con:
- Il rischio misurato (Expected Annual Loss calcolato con FAIR o CRQ)
- Il rischio residuo dopo mitigazioni
- Il rischio accettato formalmente (Risk Acceptance Register)
Un esempio numerico è:
- Risk Appetite annuale: €500,000
- Rischio attuale stimato: €900,000 → gap di €400,000
→ La decisione: mitigare con nuove misure o accettare temporaneamente integrando copertura assicurativa.
Come varia il Risk Appetite tra i settori principali
Finanza
Le banche definiscono Risk Appetite stringenti su downtime (>1h su infrastrutture core è intollerabile), termini compatibili con le disposizioni DORA per resilienza ICT.
Sanità
Provider sanitari impostano Risk Tolerance minima per esposizione dati clinici (GDPR/HIPAA), ma hanno Risk Appetite medio per soluzioni AI diagnostiche.
Manifattura
Nelle aziende industriali, Risk Appetite per downtime su linee non critiche può essere medio, ma rischio ransomware su sistemi OT è considerato intollerabile.
Mini checklist operativa (per Risk Appetite e Tolerance)
- Policy approvata dal board con valori economici
- Soglie operative definite per processo (Risk Tolerance)
- KRI collegati alle soglie di rischio
- Meccanismo di revisione periodica
- Integrazione con CRQ e Risk Register
- Evidenze documentate per audit (ISO, NIS2, DORA…)
Errori da evitare
- Copiare policy generiche senza adattarle al contesto aziendale
- Definire il Risk Appetite senza tradurlo in Risk Tolerance operative
- Non collegare a KPI quantitativi
- Non aggiornare dopo eventi rilevanti (breach, audit, nuove leggi)
❓FAQ
- Qual è la differenza tra Risk Appetite e Risk Tolerance?
- Il Risk Appetite è il livello strategico di rischio accettato dal board, mentre la Risk Tolerance è la soglia operativa definita per singoli processi o sistemi.
- Come si integra il Risk Appetite con la quantificazione del rischio?
- Si confronta il Risk Appetite con l’Expected Loss stimato tramite CRQ e il rischio residuo. Il gap determina nuove azioni o accettazioni formali.
- In che modo NIS2 e DORA richiedono la definizione del Risk Appetite?
- Direttive come NIS2 (Art. 21) e DORA richiedono la definizione e formalizzazione di soglie di rischio proporzionate ai controlli, responsabilità board, e revisioni periodiche.
Glossario tecnico
- Risk Appetite: quantità e tipo di rischio che l’organizzazione accetta per raggiungere gli obiettivi strategici
- Risk Tolerance: livello massimo di rischio accettabile a livello operativo
- Expected Loss: valore economico stimato del rischio annuo
- Residual Risk: rischio rimanente dopo l’adozione delle contromisure
- Risk Acceptance: processo documentato di accettazione consapevole del rischio residuo
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