Come creare e mantenere un registro dei rischi (Risk Register)

Con l’entrata in vigore di normative come NIS2, ISO/IEC 27001:2022 e DORA, la gestione documentata del rischio non è più un’opzione, ma un obbligo di governance. Il Risk Register è lo strumento cardine per dimostrare controllo, trasparenza e accountability.

Tuttavia, molte organizzazioni non riescono a mantenerlo aggiornato, tracciabile o allineato ai processi decisionali, producendo:

L’obiettivo di questa guida è aiutarti a costruire un Risk Register completo, sostenibile e leggibile dai team IT, business e compliance.

Cos’è il Risk Register

Un Risk Register è un documento strutturato (Excel, GRC, DB aziendali) che raccoglie, classifica e monitora i rischi individuati con dettagli quali:

Questo strumento consente di visualizzare la postura di rischio attuale e di agire in modo informato e auditabile.

Elementi chiave di un registro efficace

Un registro ben strutturato comprende almeno:

  1. ID Rischio: codice unico per tracciamento (es. RSK-2025-001)
  2. Descrizione: scenario rischio con attore, vettore e asset
  3. Categoria: tecnologico, operativo, normativo, terzo fornitore
  4. Probabilità: alta/media/bassa o scala numerica (0–5)
  5. Impatto Potenziale: economico, operativo, reputazionale, regolatorio
  6. Rischio Intrinseco: valore prima delle misure (Likelihood × Impatto)
  7. Contromisure: misure preventive e correttive attive
  8. Rischio Residuo: rischio dopo mitigazione
  9. Owner: responsabile del rischio (Risk Owner)
  10. Data Aggiornamento: data dell’ultimo aggiornamento
  11. Note/Azioni Future: mitigazioni in corso, escalation, date previste

Un template efficace è disponibile da smartsheet, Workamajig e Hyperproof, con formati Excel scaricabili.

Come costruire un Risk Register: guida operativa

Identificazione dei rischi

Partire da fonti multiple: threat modeling, audit, report di incidenti, feed SIEM e vulnerability scanner
→ Incluse aree non-IT (HR, legale, supply chain) per copertura completa

Classificazione e stima

Comprende l’applicazione di modelli come FAIR o ISO 27005.
→ Importante scegliere tra scala qualitativa o quantitativa, in base alla maturità dell’organizzazione

Assegnazione ownership

Ogni rischio deve avere un Risk Owner nominato, collegato a processi, asset o fornitori.
→ È fondamentale per responsabilità e tracciabilità

Frequenza di aggiornamento

Integrazione con roadmap e audit

Previsto un collegamento diretto con piani di mitigazione e strumenti (ticketing, workflow)
→ Vengono fornite le evidenze indispensabili per il rispetto di normative e standard quali ISO 27001, NIS2, DORA, SOC 2 e GDPR.

Normative e framework di riferimento

Risk Register in ambienti IT moderni e complessi

Multi-cloud e SaaS

IT / OT convergenti

Esempi settoriali realistici

Finanza

Sanità

Manifattura

Collegamento con Cyber Insurance

Un registro robusto supporta l’ottenimento di polizze assicurative:

Le aziende certificate con registro aggiornato possono ottenere premi più favorevoli e franchigie ridotte.

KPI e KRI applicati al Risk Register

Per monitorare l’efficacia:

KPI (Performance)

KRI (Esposizione)

Questi indicatori vanno integrati in dashboard e report decisionali.

ROI e prioritizzazione del risk register

Un registro ben strutturato permette di:

  1. Identificare i rischi più in linea con il Risk Appetite
  2. Allocare budget e risorse alle aree prioritarie
  3. Mostrare ritorno sugli investimenti (ROI) tramite mitigazioni target

Esempio: riduzione del rischio residual da €500K a €200K tramite contromisure a costo €100K → ROI ×3

Mini checklist operativa

❓ FAQ

Glossario tecnico

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