Qualitativo vs Quantitativo: approcci a confronto

Nel 2025, CISO, IT Manager e responsabili della sicurezza si trovano a operare sotto una crescente pressione per giustificare le scelte di sicurezza con dati concreti e business-aligned. L’aumento degli obblighi normativi (es. NIS2, DORA) e le richieste sempre più esigenti da parte dei board aziendali richiedono un linguaggio comune: il rischio.

Ma come misurarlo e comunicarlo in modo efficace?

Due approcci si contendono la scena nella valutazione del rischio informatico:

In questo articolo li analizziamo in profondità: caratteristiche, vantaggi, limiti, contesti d’uso, esempi reali, strumenti e best practice operative.

Origini e logiche dei due approcci

L’analisi qualitativa

Storicamente utilizzata in ambito IT per la sua semplicità ed economicità, si basa su giudizi esperti, classificazioni soggettive (basso, medio, alto), heatmap e interviste. È lo strumento preferito dalle PMI o dai team che si avvicinano per la prima volta al risk management.

L’analisi quantitativa

Nata in ambito finanziario, è stata successivamente applicata al cyber risk grazie a modelli come FAIR, NIST SP 800-30, e simulazioni Monte Carlo. Offre valutazioni in termini numerici (es. € di danno atteso) e si allinea al linguaggio del business e del board.

Analisi qualitativa: accessibile, veloce, soggettiva

Cos’è

È un metodo descrittivo basato su giudizi esperti, scale ordinarie (es. basso, medio, alto) e rappresentazioni visive come heatmap. Viene spesso applicato nei framework ISO/IEC 27005, NIST CSF, CIS Controls, ed è adatto a realtà con maturità cyber ancora in crescita.

Quando è efficace?

Vantaggi

Svantaggi

Analisi quantitativa: oggettiva, modellata, orientata al business

Cos’è

Utilizza numeri e modelli statistici per stimare:

I modelli più diffusi includono:

Quando è efficace?

Vantaggi

Svantaggi

Impatto sulla gestione del budget cybersecurity

La valutazione del rischio ha un impatto diretto sulla definizione dei budget di sicurezza IT. Un modello qualitativo offre indicazioni generiche (“priorità alta”), ma è spesso insufficiente per competere per risorse con progetti core aziendali.

Il quantitativo, invece, permette simulazioni (es. perdita media attesa annua, ROI delle contromisure), rendendo il dialogo con il CFO più fluido e credibile.

🔎 Secondo un report FAIR Institute 2024, le aziende che usano analisi quantitative hanno una probabilità 3 volte maggiore di ottenere finanziamenti per progetti di sicurezza critici.

Integrazione nei processi aziendali

Risk assessment nel ciclo di vita del sistema informativo

Un approccio maturo al rischio deve integrarsi con:

  • ITIL/ITSM per il ciclo di vita dei servizi IT
  • DevSecOps per la sicurezza integrata nello sviluppo
  • Change management per valutare l’impatto di modifiche infrastrutturali
  • Supply chain risk management, soprattutto in cloud e outsourcing

Un risk assessment efficace deve essere dinamico, continuo e aggiornato. Le valutazioni annuali statiche non sono più sufficienti.

Confronto diretto: tabella comparativa

CriterioAnalisi qualitativaAnalisi quantitativa
ComplessitàBassaAlta
Costo di implementazioneLimitatoMedio-alto
ComunicabilitàAlta (visiva)Alta (verso CFO, board)
OggettivitàBassaAlta
Supporto decisionaleLimitatoElevato
Metodologie tipicheISO 27005, NIST CSF 2.0FAIR, NIST 800-30, Monte Carlo
Ideale perPMI, prime valutazioniEnterprise, settori regolamentati

Evoluzione normativa e aspettative future

Le normative spingono verso l’integrazione di metriche misurabili, aggiornabili e documentabili:

Il messaggio è chiaro: il futuro del risk management sarà quantificabile, automatizzato e continuo.

Tecnologie e strumenti a supporto dell’analisi

Negli ultimi anni sono emersi diversi strumenti a supporto del Risk Assessment quantitativo:

Queste tecnologie, se ben integrate nei processi di IT governance, permettono di mantenere il rischio allineato agli obiettivi di business.

Esempi di settore

Finanza

Le banche e le assicurazioni adottano sempre più approcci quantitativi (es. FAIR) per stimare l’esposizione finanziaria, supportare il budgeting e dialogare con organi di vigilanza come Banca d’Italia o EBA.

Sanità

Molte ASL o ospedali pubblici iniziano con analisi qualitative (ISO 27005), ma nei reparti critici (es. cardiologia, diagnostica) si sta passando a modelli quantitativi per giustificare investimenti infrastrutturali e mitigare i rischi clinici-digitali.

Manifattura

In contesti OT e industria 4.0, la scarsità di dati storici rende utile partire con modelli qualitativi, per poi evolvere verso strumenti quantitativi via sensoristica e dati SCADA integrati nei SOC.

Mini checklist: come iniziare un Risk Assessment

Errori comuni da evitare

Glossario tecnico

❓FAQ – domande frequenti

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