Risk Assessment e audit: come dimostrare la due diligence

Nel 2025, i CISO, IT Manager e Compliance Officer devono dimostrare non solo quello che hanno fatto, ma anche come e quando è stato valutato il rischio.
Audit normativi come ISO/IEC 27001:2022, GDPR, NIS2 e DORA richiedono prove concrete e tracciabili di due diligence nella gestione del Risk Assessment.

Troppe aziende tuttora considerano il RA come un’attività una tantum, senza un archivio documentale strutturato. Il risultato? Mancanza di evidenze coerenti con i controlli stessi, difficoltà nel rispondere a verifiche ufficiali e gap organizzativi.

Questa guida ti mostra come rendere il Risk Assessment audit-ready: quali evidenze raccogliere, come strutturare il processo, e come creare documentazione difendibile e pronta per ogni controllo.

Perché il Risk Assessment è centrale negli audit

Il RA non è solo un obbligo, ma uno strumento chiave di governance, richiesto espressamente da standard e normative:

Funzioni chiave del RA in ottica compliance:

Come costruire un Risk Assessment a prova di audit

Metodo formale e replicabile

Adotta framework riconosciuti come:

Documenta: scope, fonti, criteri, assunzioni. Conserva tutte le revisioni, firmate o approvate.

Evidenza: RA firmato + changelog delle revisioni

Buone pratiche:

Registro elettronico dei rischi

Crea un registro digitale (Excel, GRC, SIEM) con:

Evidenza: file timestamped + link a ticket, log, workflow

Tool consigliati:

Mapping rischio-controlli

Ogni rischio ad alto impatto deve essere collegato a controlli specifici, es. policy, procedure, tool.

Evidenza: mapping rischio → misura tecnica → log di implementazione

Esempio: Rischio → Mitigazione → Policy → Evidenza tecnica

Audit trail e approvazioni formali

Assicurati che ogni rischio accettato o trattato sia tracciato tramite:

→ Evidenza: PDF verbali, log GRC, ticket approval

Revisione ciclica e aggiornamenti

Stabilisci una frequenza minima (es. annuale) e trigger di aggiornamento:

Evidenza: cronologia revisioni, note di aggiornamento

I 5 obiettivi principali del RA in ambito audit:

  1. Giustificare le misure adottate con dati e logica oggettiva
  2. Dimostrare la proporzionalità degli investimenti di sicurezza
  3. Collegare i rischi ai controlli documentati
  4. Tracciare ownership e responsabilità
  5. Supportare la revisione e il miglioramento continuo

Un RA ben strutturato permette anche di comunicare in modo efficace con auditor, stakeholder e comitati, riducendo il rischio di non conformità e rafforzando la fiducia nella governance cyber.

Risk Assessment come vantaggio competitivo e leva di resilienza

Oggi il RA non è solo uno strumento tecnico. È una vera leva strategica che comunica al mercato, ai partner e alle autorità un messaggio chiaro: “Siamo pronti ad affrontare e gestire il rischio, con trasparenza e competenza.”

Benefici strategici di un RA audit-ready:

Nel contesto attuale, dove i dati sono l’asset più prezioso e la compliance è scrutinata in ogni settore, la capacità di dimostrare la gestione del rischio è un vantaggio competitivo reale.

Focus settoriali: esempi pratici

Finanza (DORA)

Rischio: interruzione servizi home banking
Contromisure: alta disponibilità, backup offsite, esercitazioni BCP
Evidenze: test DRP, ticket patching, log alert SIEM

Sanità (GDPR)

Rischio: accessi non autorizzati a cartelle cliniche
Contromisure: MFA, DLP, log centralizzato
Evidenze: export log, policy accesso, attestato formazione

Manifattura (NIS2)

Rischio: sabotaggio reti OT/ICS
Contromisure: segmentazione rete, IDS, hardening
Evidenze: schema architettura, output scansioni, verbali change management

Mini checklist operativa RA

❓FAQ

Glossario tecnico

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Checklist delle evidenze per audit ISO/GDPR/NIS2

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