Risk Appetite e Risk Tolerance: guida strategica alla definizione aziendale

In un contesto caratterizzato da attacchi alla supply chain, normative sempre più rigide (NIS2, DORA, AI Act) e pressioni crescenti da parte del board, molte aziende si confrontano con una domanda fondamentale: fino a che punto possiamo accettare il rischio?

Definire chiaramente il Risk Appetite (propensione al rischio) e la Risk Tolerance (soglia operativa del rischio) è oggi indispensabile per:

Cos’è il Risk Appetite e come si differenzia dalla Risk Tolerance

Esempio pratico: una banca può accettare un Risk Appetite “moderato” nell’adozione dell’IA, ma avere Risk Tolerance “molto bassa” per l’esposizione a dati personali sotto GDPR.

Perché definire Risk Appetite e Tolerance è cruciale

  1. Compliance normativa: ISO/IEC 27001:2022, NIS2 e DORA richiedono evidenza della proporzionalità delle misure rispetto ai rischi identificati.
  2. Consenso board: il management chiede decisioni guidate da una strategia di rischio, non solo da check-list tecniche.
  3. Supporto al budget: è la base per argomentare investimenti e trade-off tra rischio residuo e costi di sicurezza.
  4. KPI avanzati: questa base permette di calcolare metriche come Residual Risk Percentage, Control Effectiveness e Cyber Risk Exposure Ratio.

Roadmap operativa per definire Risk Appetite in azienda (5 fasi)

Definire il Risk Appetite non è un’attività teorica o da demandare solo al CISO: richiede un processo strutturato, multidisciplinare e supportato da evidenze. Per implementarlo efficacemente:

Fase 1 – Costruzione del team di lavoro

Fase 2 – Mappatura delle categorie di rischio

Fase 3 – Raccolta di dati storici e stime quantitative

Fase 4 – Definizione delle soglie

  1. Livello accettabile (appetito)
  2. Livello tollerato (tolleranza)
  3. Livello massimo (intollerabile)

Fase 5 – Formalizzazione del Risk Appetite Statement

Esempio sintetico di Risk Appetite Statement

“Accettiamo un livello moderato di rischio operativo legato all’adozione di strumenti AI, ma la perdita o esposizione di dati regolati è intollerabile. La massima esposizione annua tollerata è di €1,200,000.”

Questo documento deve essere approvato dal board e divulgato a tutte le funzioni aziendali.

Risk Appetite post-breach: cosa rivedere dopo un incidente

Uno degli errori più comuni nella gestione del Risk Appetite è considerarlo “immutabile”. In realtà, dopo eventi significativi come data breach, violazioni di policy o audit non conformi, è fondamentale rivedere le soglie di rischio.

Ecco cosa fare post-incidente:

Questa attività è essenziale anche per rispondere a richieste regolatorie come la NIS2 (Articolo 21) o il Digital Operational Resilience Act (DORA), che richiedono evidenza di gestione del rischio dinamica e proporzionata.

Integrare Risk Appetite con la quantificazione del cyber risk (CRQ)

Per essere operativi, Appetito e Tolleranza devono confrontarsi con:

Un esempio numerico è:

La decisione: mitigare con nuove misure o accettare temporaneamente integrando copertura assicurativa.

Come varia il Risk Appetite tra i settori principali

Finanza

Le banche definiscono Risk Appetite stringenti su downtime (>1h su infrastrutture core è intollerabile), termini compatibili con le disposizioni DORA per resilienza ICT.

Sanità

Provider sanitari impostano Risk Tolerance minima per esposizione dati clinici (GDPR/HIPAA), ma hanno Risk Appetite medio per soluzioni AI diagnostiche.

Manifattura

Nelle aziende industriali, Risk Appetite per downtime su linee non critiche può essere medio, ma rischio ransomware su sistemi OT è considerato intollerabile.

Mini checklist operativa (per Risk Appetite e Tolerance)

Errori da evitare

❓FAQ

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